Chitrakoot è una cittadina sacra indiana, di circa 22 mila
abitanti, situata nello stato del Madhya Pradesh, poche centinaia di metri
oltre il confine settentrionale con l’Uttar Pradesh.
L’importanza religiosa le è data dal fatto che il dio Rama
trascorse in questa zona gran parte del suo esilio di 14 anni prima di
diventare re della vicina città di Ayodhya.
Nonostante oggiogiorno l’area sia ancora fortemente
depressa, la cittadina ed i suoi dintorni ospitano numerosi siti interessanti e
caratteristici.
In questo articolo verranno descritti in breve: il Ram
Ghat, la Kamadgiri, l’Hanuman Dhara, l’Anasuya Ashram e le Gupta Godavari.
Il Ram Ghat consiste in una serie di gradini costruiti
sulle sponde del piccolo fiume sacro Mandakini ed è il fulcro della vita religiosa
di Chitrakoot, che si è sviluppata attorno ad esso.
Il luogo è noto per essere stato uno dei posti preferiti da
Rama, sua moglie Sita e suo fratello Lakshman per compiere abluzioni, rituali e
sedere in meditazione.
Un altro noto episodio avvenuto in questo luogo riguarda il
poeta e santo Tulsidas, il quale, dopo molti anni di ricerche, seduto sui
gradini del Ram Ghat, finalmente ricevette il darshan (la visione) del
dio Rama.
Secondo la leggenda, un giorno Tulsidas, appena finito le
abluzioni, stava iniziando i suoi rituali quando all’improvviso due bambini gli
si avvicinarono, uno di loro gli rubò la pasta di sandalo e con questa gli fece
una tika (segno) sulla fronte, quindi scapparono via.
Tulsidas fu così sorpreso che non ebbe tempo di reagire e
solo successivamente realizzò che quei due bambini non erano altri che Rama e
suo fratello Lakshman.
Nel punto dove pare avvenne questo episodio, al giorno
d’oggi si trova una piccola statua, purtroppo di nessun pregio artistico,
protetta da una cupola-baldacchino e situata sopra un tozzo piedistallo sul
quale sono incisi i due versi del poema epico Ramcharitmanas, scritto da
Tulsidas stesso, dove viene citato l’episodio.
“Chitrakoot ke ghat par, bhai santan ki bhir,
Tulsidas chandan ghise, tilak dete Raghuvir”
Sui ghat di Chitrakoot, tra la folla di asceti, mentre
Tulsidas impastava il sandalo, Rama gli fece la tika.
Nei pressi si trovano un paio di templi molto frequentati,
visto che i pellegrini che si recano a Chitrakoot come prima cosa si dirigono
al Ram Ghat a compiere il bagno purificatore rituale.
Sulla sponda opposta del piccolo corso d’acqua, sono
situati altri gradini per le abluzioni frequentati sparsamente dagli abitanti
del luogo, ma sono comunque presenti alcuni templi, nonché una grande statua
del dio scimmia Hanuman, principale devoto ed aiutante di Rama.
Tra i luoghi sparsi nella campagna circostante Chitrakoot,
il sito più importante è sicuramente la Kamadgiri, la collina sulla quale Rama
costruì la capanna dove visse insieme alla moglie ed al fratello per gran parte
del suo esilio.
Contrariamente a quello che accade in quasi tutte le
colline sacre indù, il pellegrinaggio non consiste nel raggiungere la cima dove
sono situati templi e santuari, bensì nel percorrere un sentiero lastricato situato
alla sua base, lungo circa 4 chilometri, per compiere il parikrama
(deambulazione rituale) attorno alla collina, considerata vera e propria
personificazione di Rama.
Ovviamente il percorso è costellato da numerosi luoghi di
culto tra cui spicca il Bharat Milap, un tempio costruito nel luogo dove
avvenne un importante episodio della vita di Rama, quando, poco dopo l’inizio
dell’esilio, suo fratello Bharat venne a riferirgli la morte del loro amato
padre ed a chiedergli, purtroppo invano, di tornare ad Ayodhya e diventare re,
come gli spettava di diritto.
L’Hanuman Dhara, situata presso la cima di una ripida
collina, è una sorgente d’acqua intorno alla quale è stato costruito un tempio
in onore del dio scimmia Hanuman.
Secondo la letteratura legata alle vicende di Rama (in
particolare i due poemi epici Ramayana e Ramcharitmanas), in questo posto Hanuman
venne a rinfrescarsi una volta tornato dalla città dei demoni Lanka ed aver individuato
il luogo di prigionia di Sita, la moglie di Rama.
Oltre al tempio principale, che conserva una scultura di
Hanuman sulla quale sgorga l’acqua della sorgente, la scalinata che sale sulla
collina passa anche attraverso un altro tempio ed una piccola vasca naturale
che ospita una colorata scultura di Narasingha, il dio metà uomo e metà leone, quarta
avatar di Vishnu.
La leggera fatica nel salire la ripida scalinata, oltre che
per la piacevole atmosfera sacra dei templi, è ripagata dal bucolico panorama
sulla campagna sottostante.
L’Anasuya Ashram è una costruzione situata nella foresta,
nei pressi del già citato fiume sacro Mandakini, e pare essere il luogo dove
avvenne un importante incontro tra Sita ed Anasuya, la moglie di un rishi
(antico saggio), che la istruì sui doveri di una moglie ideale.
L’edificio, che ospita un tempio, è molto colorato,
soprattutto di rosa, ed abbellito da alcune sculture leggermente kitsch, per
non dire pacchiane, ma tutto sommato si inserisce piuttosto bene nell’ambiente
circostante.
Le Gupta Godavari sono due grotte situate sul fianco di una
collina, la cui sacralità è chiaramente dovuta all’essere state frequentate da
Rama e Lakshman.
La prima grotta, alla quale si accede attraverso una
spaccatura nella roccia, è composta da una grande stanza centrale ed altre più
piccole ai lati, dove sono situati dei santuari dedicati ai due fratelli, in
particolare due rocce simili a dei troni naturali, sulle quali pare sedessero
per conversare e meditare.
La seconda grotta, situata qualche metro più in basso, è
costituita da un lungo corridoio, sul cui pavimento scorre una sorgente
d’acqua, che porta ad una stanza dove è conservata una statua di Rama.
Tra la scarsa illuminazione, il pavimento scivoloso, l’alta
possibilità di cadere nell’acqua e la probabile folla, la visita a questa
grotta potrebbe rivelarsi più simpaticamente avventurosa di quanto possa
sembrare.
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