Nagarjuna è una figura storico-mitologica
appartenente alle tradizioni buddista, induista e jainista, in particolare viene
riconosciuto come uno dei più importanti alchimisti.
Una breve storia ci racconta della sua
prima esperienza.
Quando Nagarjuna decise di imparare
l’alchimia, individuò un buon maestro e divenne suo devoto discepolo.
Il guru gli assegnò una stanza vicino
alla sua e per molti giorni Nagarjuna lavorò su pratiche preliminari.
Una notte, mentre andava a dormire,
Nagarjuna sentì uno strano rumore provenire dalla camera del suo maestro.
Chiedendosi cosa potesse essere,
rimase a fissare il muro per un po’ di tempo, finché non si accorse di un
piccolo buco.
La sua naturale curiosità ebbe la
meglio sul senso di colpa di spiare il proprio guru e si avvicinò al buco.
All’interno egli vide il maestro intento
a spalmarsi una specie di pasta sui piedi e una volta finito, prese la sua
borsa, il bastone, aprì la finestra e volò fuori!
Nagarjuna rimase sbalordito, ma quando
la sua mente riprese a funzionare, cominciò a chiedersi come imparare quel
trucco.
Sapeva benissimo che chiederlo
direttamente al maestro sarebbe stato inutile ed elaborò un piano.
Aspettò per molte ore finché il guru
non fosse tornato, quindi, dopo pochi secondi, si recò davanti alla sua porta e
bussò.
Quando il maestro lo fece entrare Nagarjuna
gli disse “Guru Ji, sono sopraffatto dal desiderio di servirvi. Per favore
lasciate che lavi i vostri venerabili piedi”.
Il guru lo guardò con attenzione,
quindi acconsentì solennemente.
Naturalmente si aspettava qualcosa,
altrimenti non avrebbe lasciato il buco nel muro affinché Nagarjuna vi
guardasse dentro; voleva solo vedere quanta iniziativa avesse il ragazzo e ne
fu soddisfatto, ma non volendo che Nagarjuna sapesse cosa pensava, fece finta
di nulla.
Dopo aver lavato i piedi del proprio
maestro, Nagarjuna si prostrò rispettosamente davanti a lui e tornò in camera
sua.
Lì iniziò ad assaggiare ripetutamente
l’acqua che era rimasta dal lavaggio dei piedi, per cercare di capire gli
ingredienti della pasta magica.
Dopo aver testato a lungo l’acqua,
alla fine decise di aver individuato con certezza uno degli ingredienti.
La notte successiva aspettò
pazientemente guardando attraverso il buco, finché il maestro si applicò la
pasta e volò fuori dalla finestra.
Al suo ritorno Nagarjuna andò di nuovo
a lavare i piedi del guru, tornò in camera e dopo ripetuti assaggi individuò un
secondo ingrediente.
Così facendo, dopo molte notti, si
sentì sicuro di aver trovato la giusta ricetta.
Una notte decise di provarla su se
stesso, aprì la finestra...e volò fuori!
Purtroppo, non avendo la formula
completa, non andò molto lontano, all’improvviso cadde e si ruppe una gamba.
Spese quindi il resto della notte nella
foresta, chiedendosi cosa gli avrebbe detto il maestro quando avesse saputo
della sua escursione notturna.
Il giovane e intraprendente alchimista
non si sarebbe dovuto preoccupare.
Il guru, infatti, appena apprese la
notizia che Nagarjuna era nella foresta con una gamba rotta, andò personalmente
a prenderlo e gli disse “Di tutti i miei studenti, tu sei l’unico che ha
provato a scoprire il segreto di quella pasta, tu meriti senz’altro di ricevere
la mia conoscenza”.
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