Radha e le Gopi festeggiano Holi |
Una delle caratteristiche più piacevoli
della cultura e società indiane è l’elevato numero di festività che ne costellano
il calendario.
Le feste religiose sono sicuramente le
più numerose, sia grazie alla nota multiformità della religione indù, sia
grazie all’attiva presenza in India di varie religioni, ma non mancano anche
sentitissime festività civili.
Per dare uno sguardo generale,
escludendo a causa dell’elevato numero quelle locali, prendiamo spunto dalla
lista ufficiale delle festività della Banaras Hindu University per l’anno 2013,
che corrisponde grossomodo alla lista ufficiale del governo indiano con l’aggiunta
di qualche variante di una certa importanza.
In qualche modo questa lista dell’università
può anche essere considerata storica in quanto, dall’anno accademico 2013-2014,
per uniformarsi allo standard internazionale, è stato inserito il Sabato come
giornata festiva settimanale, riducendo quindi il numero delle festività
generali, altrimenti l’istituto rischiava di essere praticamente sempre chiuso.
Il numero totale è di ben 23 per 29
giorni di festa, in quanto tre durano la bellezza di tre giorni; nel dettaglio
11 sono indù, 4 mussulmane, 3 civili, 2
cristiane, 1 buddista, 1 sikh ed 1 jaina.
Le festività indù, mussulmane, buddiste
e sikh hanno la caratteristica di seguire il calendario lunare, invece di
quello solare, per cui le date sul calendario gregoriano cambiano di anno in
anno; lo stesso accade anche per la festa jaina che segue però un originale
calendario lunisolare.
Seguendo il calendario internazionale,
le liste delle festività indiane iniziano di solito dall’1 Gennaio, seppur in
India il concetto di inizio del nuovo anno segua anche altre tradizioni.
Questo fenomeno è ancora più evidente
nel calendario nepalese, anch’esso ricco di festività d’ogni sorta, tanto che durante
i festosi mesi invernali è possibile assistere alle celebrazioni di almeno 4
nuovi anni.
La prima festività che compare sulla
lista presa in esame è Makar Sankranti, l’unica festa indù che cade sempre
nello stesso giorno del calendario gregoriano, il 14 Gennaio, a causa del fatto
che dipende dal Sole.
Il nome stesso infatti significa
Transizione nel Capricorno e rappresenta il giorno i cui il Sole entra appunto
nella costellazione del Capricorno.
Originariamente questa era una festa del
raccolto e rappresentava in qualche modo l’inizio della primavera.
Oltre ai riferimenti astrologici
esistono anche numerosi miti riguardo all’importanza di questo giorno, tra cui
vale la pena menzionare che Vishnu, il Protettore dell’Universo, proprio in
questo giorno pare abbia sconfitto definitivamente i demoni, rendendola una data
particolarmente auspiciosa per ogni tipo di attività.
La giornata, di solito fresca ed
assolata in tutto il subcontinente, viene trascorsa all’aperto a mangiare
dolcetti simili al “croccante” ma a base di jaggery (zucchero non
raffinato) e semi di sesamo, ed a far volare gli aquiloni.
La prima festività mussulmana del 2013, caduta
precisamente il 25 Gennaio, è stata Eid-e-Milad-un-Nabi, Festività della
Nascita del Profeta.
Teoricamente questa festa non è
accettata da tutte le comunità islamiche, in particolare i sunniti, seppur la
maggior parte delle più importanti personalità sunnite indiane approvi
l’osservanza di questa data.
Tradizione tipica presente un po’ in
tutte le maggiori feste mussulmane sono colorate ed allegre processioni nonché
la distribuzione di cibo ai bisognosi.
Il 26 Gennaio di tutti gli anni l’India
festeggia il Giorno della Repubblica, in quanto il 26 Gennaio 1950 entrò in
vigore la Costituzione Indiana, che sostituì il britannico Government of India
Act del 1935.
Particolari eventi si svolgono nella
capitale Delhi, con gigantesche parate su Raj Path, La Strada Reale, un grande
viale costruito proprio per scopi cerimoniali, nei pressi del quale si trovano
la maggior parte degli uffici governativi, a partire dal palazzo del
Presidente.
Nei giorni precedenti compaiono un po’
ovunque banchetti che vendono merchandising con il tricolore indiano, in uno
sfoggio di patriottismo al limite del grottesco, considerando le condizioni di
vita spesso miserrime delle stesse persone che sventolano entusiaste le
bandierine.
Il 15 Febbraio per l’Università di
Benares è stata una doppia festività.
Innanzitutto era Vasanta Panchami, il
cui nome significa Quinto (giorno) di Pimavera, giornata dedicata dagli indù
alle celebrazioni di Saraswati (da cui l’alternativo nome della festività
Saraswati Pooja), dea della sapienza e delle arti.
Essendo quindi un’occasione molto
auspiciosa per ogni attività di tipo didattico-artistico, l’Università di
Benares è stata fondata proprio in questo giorno del 1916, motivo quindi della
doppia festività.
A Benares le attività preferite sono
copiose offerte ai templi della dea, come anche ad alcune statue allestite qua
e là in giro per la città, che in molti casi, verso sera, vengono caricate su
improvvisati palanchini a pedali e portate in processione fino al Gange, dove
vengono festosamente gettate nel fiume.
Il fatto che queste statue siano fatte
di terracotta che ricopre uno stampo a forma umana in strisce di bambù,
l’impatto ambientale di questa pratica è fortunatamente meno grave di quanto ci
si possa aspettare, anche se, chiaramente, gettarle in un fiume non è proprio
una grande idea (tra l’altro se i materiali principali possono essere
considerati biodegradabili, di certo non lo sono gli indumenti sintetici della
divinità né tantomeno le chimiche pitture con le quali vengono colorate).
Come un po’ tutte le feste di questo
breve periodo in cui il clima è di solito piacevole, tradizione recente è far
volare gli aquiloni (attività preferita dai bambini, i quali, essendo in festa
da scuola, possono praticarla più del solito).
Il 25 Febbraio cade l’anniversario della
nascita di Guru Ravidas, un importante poeta devozionale medioevale, nato nei
pressi di Benares, e quindi l’università coglie l’occasione di celebrare con
piccole manifestazioni in suo onore ed interrompendo le lezioni.
Una delle feste indù più importanti è
sicuramente Maha Shivaratri, la grande notte di Shiva.
Numerose sono le leggende, come anche le
forme che questa festa può assumere, partendo dal fatto comune a tutta l’India
di recarsi, tassativamente, nei templi più importanti di Shiva che vengono
letteralmente presi d’assalto da migliaia di devoti che compongono file
chilometriche.
Uno dei luoghi più importanti dove
festeggiare Shivaratri è Benares, dichiaratamente la Sua città e Suo luogo
preferito.
L’attività principale anticamente, oltre
porgere offerte alla divinità, era consumare bhang, una mistura a base
di foglie di canapa, che viene utilizzata per cucinare dolci, frittelle ed
insaporire lo yoghurt.
Oggigiorno la tradizione si è allargata fino
a comprendere il consumo di alcohol, Shiva d’altronde è il Maestro degli
Intossicanti, rendendola quindi una festività molto “rumorosa” e in qualche
modo maschilista.
Le donne infatti spariscono dalla
circolazione per riunirsi a praticare lunghi e seri rituali in onore di Shiva.
Dal 26 al 28 Marzo 2013, in tutta
l’India è stata festeggiata Holi, volgarmente detta Festa dei Colori ed alla
quale abbiamo dedicato un post specifico, a cui rimandiamo (http://informazioniindiaenepal.blogspot.com/2016/02/la-festa-holi.html)
terminando questa I parte dedicata alle festività indiane.
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