martedì 22 marzo 2016

Festività indiane, I parte

Radha e le Gopi festeggiano Holi
Una delle caratteristiche più piacevoli della cultura e società indiane è l’elevato numero di festività che ne costellano il calendario.
Le feste religiose sono sicuramente le più numerose, sia grazie alla nota multiformità della religione indù, sia grazie all’attiva presenza in India di varie religioni, ma non mancano anche sentitissime festività civili.
Per dare uno sguardo generale, escludendo a causa dell’elevato numero quelle locali, prendiamo spunto dalla lista ufficiale delle festività della Banaras Hindu University per l’anno 2013, che corrisponde grossomodo alla lista ufficiale del governo indiano con l’aggiunta di qualche variante di una certa importanza.
In qualche modo questa lista dell’università può anche essere considerata storica in quanto, dall’anno accademico 2013-2014, per uniformarsi allo standard internazionale, è stato inserito il Sabato come giornata festiva settimanale, riducendo quindi il numero delle festività generali, altrimenti l’istituto rischiava di essere praticamente sempre chiuso.
Il numero totale è di ben 23 per 29 giorni di festa, in quanto tre durano la bellezza di tre giorni; nel dettaglio
11 sono indù, 4 mussulmane, 3 civili, 2 cristiane, 1 buddista, 1 sikh ed 1 jaina.
Le festività indù, mussulmane, buddiste e sikh hanno la caratteristica di seguire il calendario lunare, invece di quello solare, per cui le date sul calendario gregoriano cambiano di anno in anno; lo stesso accade anche per la festa jaina che segue però un originale calendario lunisolare.
Seguendo il calendario internazionale, le liste delle festività indiane iniziano di solito dall’1 Gennaio, seppur in India il concetto di inizio del nuovo anno segua anche altre tradizioni.
Questo fenomeno è ancora più evidente nel calendario nepalese, anch’esso ricco di festività d’ogni sorta, tanto che durante i festosi mesi invernali è possibile assistere alle celebrazioni di almeno 4 nuovi anni.

La prima festività che compare sulla lista presa in esame è Makar Sankranti, l’unica festa indù che cade sempre nello stesso giorno del calendario gregoriano, il 14 Gennaio, a causa del fatto che dipende dal Sole.
Il nome stesso infatti significa Transizione nel Capricorno e rappresenta il giorno i cui il Sole entra appunto nella costellazione del Capricorno.
Originariamente questa era una festa del raccolto e rappresentava in qualche modo l’inizio della primavera.
Oltre ai riferimenti astrologici esistono anche numerosi miti riguardo all’importanza di questo giorno, tra cui vale la pena menzionare che Vishnu, il Protettore dell’Universo, proprio in questo giorno pare abbia sconfitto definitivamente i demoni, rendendola una data particolarmente auspiciosa per ogni tipo di attività.
La giornata, di solito fresca ed assolata in tutto il subcontinente, viene trascorsa all’aperto a mangiare dolcetti simili al “croccante” ma a base di jaggery (zucchero non raffinato) e semi di sesamo, ed a far volare gli aquiloni.

La prima festività mussulmana del 2013, caduta precisamente il 25 Gennaio, è stata Eid-e-Milad-un-Nabi, Festività della Nascita del Profeta.
Teoricamente questa festa non è accettata da tutte le comunità islamiche, in particolare i sunniti, seppur la maggior parte delle più importanti personalità sunnite indiane approvi l’osservanza di questa data.
Tradizione tipica presente un po’ in tutte le maggiori feste mussulmane sono colorate ed allegre processioni nonché la distribuzione di cibo ai bisognosi.

Il 26 Gennaio di tutti gli anni l’India festeggia il Giorno della Repubblica, in quanto il 26 Gennaio 1950 entrò in vigore la Costituzione Indiana, che sostituì il britannico Government of India Act del 1935.
Particolari eventi si svolgono nella capitale Delhi, con gigantesche parate su Raj Path, La Strada Reale, un grande viale costruito proprio per scopi cerimoniali, nei pressi del quale si trovano la maggior parte degli uffici governativi, a partire dal palazzo del Presidente.
Nei giorni precedenti compaiono un po’ ovunque banchetti che vendono merchandising con il tricolore indiano, in uno sfoggio di patriottismo al limite del grottesco, considerando le condizioni di vita spesso miserrime delle stesse persone che sventolano entusiaste le bandierine.

Il 15 Febbraio per l’Università di Benares è stata una doppia festività.
Innanzitutto era Vasanta Panchami, il cui nome significa Quinto (giorno) di Pimavera, giornata dedicata dagli indù alle celebrazioni di Saraswati (da cui l’alternativo nome della festività Saraswati Pooja), dea della sapienza e delle arti.
Essendo quindi un’occasione molto auspiciosa per ogni attività di tipo didattico-artistico, l’Università di Benares è stata fondata proprio in questo giorno del 1916, motivo quindi della doppia festività.
A Benares le attività preferite sono copiose offerte ai templi della dea, come anche ad alcune statue allestite qua e là in giro per la città, che in molti casi, verso sera, vengono caricate su improvvisati palanchini a pedali e portate in processione fino al Gange, dove vengono festosamente gettate nel fiume.
Il fatto che queste statue siano fatte di terracotta che ricopre uno stampo a forma umana in strisce di bambù, l’impatto ambientale di questa pratica è fortunatamente meno grave di quanto ci si possa aspettare, anche se, chiaramente, gettarle in un fiume non è proprio una grande idea (tra l’altro se i materiali principali possono essere considerati biodegradabili, di certo non lo sono gli indumenti sintetici della divinità né tantomeno le chimiche pitture con le quali vengono colorate).
Come un po’ tutte le feste di questo breve periodo in cui il clima è di solito piacevole, tradizione recente è far volare gli aquiloni (attività preferita dai bambini, i quali, essendo in festa da scuola, possono praticarla più del solito).

Il 25 Febbraio cade l’anniversario della nascita di Guru Ravidas, un importante poeta devozionale medioevale, nato nei pressi di Benares, e quindi l’università coglie l’occasione di celebrare con piccole manifestazioni in suo onore ed interrompendo le lezioni.

Una delle feste indù più importanti è sicuramente Maha Shivaratri, la grande notte di Shiva.
Numerose sono le leggende, come anche le forme che questa festa può assumere, partendo dal fatto comune a tutta l’India di recarsi, tassativamente, nei templi più importanti di Shiva che vengono letteralmente presi d’assalto da migliaia di devoti che compongono file chilometriche.
Uno dei luoghi più importanti dove festeggiare Shivaratri è Benares, dichiaratamente la Sua città e Suo luogo preferito.
L’attività principale anticamente, oltre porgere offerte alla divinità, era consumare bhang, una mistura a base di foglie di canapa, che viene utilizzata per cucinare dolci, frittelle ed insaporire lo yoghurt.
Oggigiorno la tradizione si è allargata fino a comprendere il consumo di alcohol, Shiva d’altronde è il Maestro degli Intossicanti, rendendola quindi una festività molto “rumorosa” e in qualche modo maschilista.
Le donne infatti spariscono dalla circolazione per riunirsi a praticare lunghi e seri rituali in onore di Shiva.


Dal 26 al 28 Marzo 2013, in tutta l’India è stata festeggiata Holi, volgarmente detta Festa dei Colori ed alla quale abbiamo dedicato un post specifico, a cui rimandiamo (http://informazioniindiaenepal.blogspot.com/2016/02/la-festa-holi.html) terminando questa I parte dedicata alle festività indiane.

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