Mahendra Singh Dhoni (1981-...) è un
noto giocatore di cricket, attualmente (Marzo 2016) capitano della nazionale indiana
nei formati ODI e T20, dopo esserlo stato anche nel formato Test Match fino al
30 Dicembre 2014, data del suo ritiro da quella tipologia di cricket (per ulteriori dettagli e chiarimenti http://informazioniindiaenepal.blogspot.com/2016/02/introduzione-generale-cricket.html).
Oltre ad una particolare simpatia personale verso l’atleta,
ci piace l’idea di raccontare la gloriosa carriera di questo aitante ragazzo
indiano, quasi come una metafora di quello che potrebbe essere un’India moderna
di successo, una volta che imparerà a riconoscere i meriti dei suoi abitanti in
base alle capacità ed i risultati, invece del diritto di nascita e della forma.
Fino a non molto tempo fa, la maggior parte dei giocatori
di cricket indiani provenivano da grandi città e famiglie più o meno abbienti,
in quanto lo sport in India era un passatempo per ricchi e con limitatissime
risorse e strutture presenti solo nelle grandi metropoli.
M.S. Dhoni, invece, è nato e cresciuto nell’anonima, ed
allora fortemente depressa, città di Ranchi (al tempo parte dello stato del
Bihar ed ora capitale del nuovo stato del Jarkhand), da una famiglia senza
particolari legami col cricket, né risorse finanziarie di nota, ma grazie
semplicemente al proprio talento è riuscito a scalare i numerosi e competitivi
livelli del cricket indiano, fino a debuttare in nazionale nel Dicembre 2004,
ad appena 23 anni.
Notato d’apprima per lo stile di gioco decisamente
non-ortodosso, per l’atteggiamento sbarazzino e i capelli piuttosto lunghi (resi
famosi anche da un’inaspettata battuta d’apprezzamento del presidente pakistano
Musharraf durante un incontro ufficiale), ben presto si distinse anche per le
notevoli capacità atletiche nonché l’acume tattico.
Grazie a questi, e ad un vuoto creatosi dopo il pur
prevedibile ritiro, in poco tempo, di numerosi giocatori storici della
nazionale, nel 2007, un po’ a sorpresa (e previo taglio dei capelli), fu eletto
per la prima volta capitano, iniziando, altrettanto sorprendentemente, una
lunga serie di successi che hanno reso M.S. Dhoni lo skipper (capitano)
indiano di maggior successo.
Come giocatore copre i ruoli di ricevitore e di battitore,
grazie ad una particolare agilità ed esplosività.
Il ruolo di ricevitore del cricket ricorda in qualche modo
quello del portiere del calcio, sebbene sia decisamente meno determinante: qualche
piccolo errore a partita ad un whicket-keeper (nome inglese del
ricevitore del cricket) viene ampiamente concesso e passa spesso inosservato,
per un portiere di calcio sarebbe un disastro.
Lo stile non-ortodosso di M.S. Dhoni in questo ruolo non è
molto evidente e si può cogliere solo da piccoli dettagli, come una posizione
leggermente più distante del solito dal whicket (la “casa base”), ma non
influisce più di tanto nei risultati, visto che anche il ruolo stesso non è poi
così decisivo.
Diverso invece è il discorso per quanto riguarda il ruolo
di M.S. Dhoni come battitore, dotato di una tecnica decisamente inusuale, ma
molto efficace, e di una tattica aggressiva, ma controllata, che, soprattutto
nei formati di cricket più brevi, l’hanno reso famoso per essere uno dei
migliori giocatori di ordine medio-basso.
Schierandosi, essendo lui stesso il capitano, in una
posizione oscillante tra la IV e la VII, gli capita spesso di entrare in gioco
in momenti molto delicati, durante i quali c’è bisogno di segnare molti punti
ma allo stesso tempo di salvaguardare il numero di giocatori eliminati,
situazione dalla quale di solito riesce ad uscirne molto bene, leggendo con
arguzia le intenzioni dei lanciatori avversari e dosando con ingegno pazienza
ed aggressività.
Lo stile non-ortodosso è stato invece reso celebre da un
colpo che i puristi del cricket ritenevano indegno di essere giocato, ma che
M.S. Dhoni ha utilizzato spesso con estrema efficacia favorendone la
diffusione.
Chiamato helicopter shot, “il colpo dell’elicottero”,
veniva di solito usato, con scarsi risultati, in momenti disperati e consiste
in un movimento della mazza particolarmente violento, per cercare di colpire la
pallina con maggior forza possibile e segnare un fuoricampo, al termine del
quale la mazza finisce per roteare sopra alla testa del giocatore, similmente
alle pale di un elicottero.
Sebbene sia poco elegante, questo movimento aggiuntivo
permette di imprimere alla pallina quel minimo di forza e velocità in più che possono
essere decisivi per far guadagnare qualche punto extra in momenti spesso
nevralgici di una partita.
Come capitano, M.S. Dhoni è noto per uno stile piuttosto
offensivo e spregiudicato, almeno rispetto a quello eccessivamente scolastico e
pavidamente cauto utilizzato prima di lui dai precedenti capitani indiani, ma
soprattutto per il suo atteggiamento estremamente freddo, tanto da ricevere
l’appropriatissimo soprannome di Capitan Cool.
Non importa quanto sia tesa la situazione, M.S. Dhoni
appare sempre calmo, in perfetto controllo, ed è sempre molto difficile capire
a cosa stia pensando o che sentimenti stia provando.
I suoi successi raggiunti in questo ruolo sono innumerevoli.
Tra i maggiori nelle versioni di cricket più brevi ha
portato l’India alla vittoria ai campionati mondiali di T20 del 2007, alla
Coppa d’Asia del 2010, ai mondiali di ODI del 2011 (per altro grazie ad una
maiuscola prestazione in finale) ed al Champions Trophy del 2013.
Nel formato Test Match, del quale è stato capitano per
circa 6 anni, ha condotto l’India a vincere numerose series (gruppi di
partite contro lo stesso avversario), di cui molte anche all’estero, dove la
nazionale indiana ha sempre avuto poco successo, ed a raggiungere, per la prima
volta, il primo posto nel ranking mondiale.
Accanto ai successi con la nazionale, bisogna ricordare
anche quelli ottenuti come capitano della Chennai Super King, squadra di
cricket T20, con la quale ha vinto due volte sia l’IPL, il campionato indiano,
che la Champions League, aggiungendo alla lista dei soprannomi anche quello di
Re Mida.
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