venerdì 12 febbraio 2016

Akbar, Birbal e Mullah Do Pyaza

L’impareggiabile Birbal, favorito dell’imperatore Akbar, ancora alle prese con i tranelli dei cortigiani suoi avversari.

Mullah Do Pyaza era uno dei dottori alla corte di Akbar.
Come molti cortigiani anche lui odiava Birbal e cercava sempre qualche espediente per metterlo in cattiva luce.
Un giorno elaborò un piano, per il quale corruppe una concubina dell’imperatore.
Mentre Akbar stava conducendo le quotidiane faccende di corte, all’improvviso sentì urlare e dopo poco vide arrivare due servi che portavano la concubina su una barella “È stata morsa da un serpente Sua Maestà, sta morendo, cosa dobbiamo fare?”.
Sul suo braccio vi erano due punture che sembravano quelle lasciate dai morsi di serpente, l’Imperatore vedendole fu sopraffatto dal dolore e urlò disperato “Qualcuno può salvarla?”.
In suo soccorso venne Mullah Do Pyaza “Non temete, Sua Maestà, ci sono qua io!”, prese il braccio della concubina e iniziò a succhiare il veleno.
Quando finì disse ad Akbar “Penso che ora sia fuori pericolo, mio protettore”.
“Grazie Mullah! – esclamò sollevato l’imperatore – Sarai ampiamente ricompensato per il tuo servizio”.
Quindi si voltò verso Birbal e gli disse “Grazie al cielo Mullah era qui, tu non sei stato di alcun aiuto!”.
Ma Birbal non era uno sciocco ed aveva già capito cos’era successo, così pensò ad un modo per prendersi la propria rivincita e dare una buona lezione a Mullah Do Pyaza.
Ponderò con pazienza un piano ed aspettò il momento giusto per attuarlo e l’occasione si presentò, poco tempo dopo, durante una battuta di caccia.
Dopo un lungo pomeriggio a cavallo, Birbal fece cenno ad Akbar che aveva bisogno di svuotare la vescica, scese da cavallo e appena in posizione per urinare urlò “Oh, sono morto, sono un uomo morto!!!”.
Akbar allarmato urlò di contro “Cos’è successo?”.
Stravolto dal dolore Birbal rispose “Sua Maestà, mentre stavo urinando un serpente mi ha morso sul membro, ora sto morendo!”.
Guardandosi attorno Akbar scorse Mullah Do Pyaza e lo chiamò “Mullah, tu hai salvato la vita della mia concubina, ora ti prego di fare lo stesso con Birbal!”.
Mullah cercò qualche scusa ma l’imperatore era irremovibile e non ebbe alternative.
Scese da cavallo, camminò in direzione di Birbal, si chinò e iniziò il lavoro.

Mentre Mullah baciava il pene di Birbal, egli gli disse “Allora figliolo, ti stai divertendo con questa commedia come con quella tenuta a corte?”.

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