lunedì 15 febbraio 2016

La festa Holi

Sebbene le festività indù siano presenti nel calendario durante tutto l’anno, esse tendono a concentrarsi in due periodi durante i mesi di Marzo-Aprile e Ottobre-Novembre.
Queste date, dal punto di vista climatologico, rappresentano il cambio di stagione dall’inverno freddo e secco all’estate calda e piovosa, e viceversa.
In India, infatti, non è retorica affermare che non esistono le mezze stagioni, in quanto, almeno secondo i parametri climatici europei, la primavera e l’autunno sono pressoché inesistenti e con caratteristiche invertite rispettto a quelle di solito attribuitegli.
Passato l’inverno le temperature in poco tempo superano abbondantemente i 30 gradi, non propriamente primaverili, molti alberi seccano e perdono le foglie, per prepararsi all’estivazione (letargo estivo), mentre passati i monsoni, dopo l’estate, si assiste alla fioritura delle piante e all’esplosione degli insetti.
Le due festività principali, Holy (volgarmente detta Festa dei colori) che cade a Marzo-Aprile e Diwali (Festa delle luci) che cade ad Ottobre-Novembre, sono considerate da sempre le date spartiacqua, tanto che ancora oggi entrambe le feste sono occasione per cambiare i vestiti.
Da notare che le feste indù seguono il calendario lunare ed essendo questo leggermente più breve di quello solare, le date cambiano tutti gli anni.

Holi è la festa indù principale del ciclo primaverile.
Oltre a rappresentare la fine dell’inverno e l’inizio della lunga stagione calda, Holi è legata ad alcuni episodi della mitologia induista, dai quali derivano le tradizioni in voga oggigiorno: l’accensione di falò la sera precedente e il gettarsi addosso reciprocamente polvere ed acqua colorata.
In particolare il nome stesso Holi deriva da Holika, una demonessa, nota per la tragica storia della sua morte.
Il demone Hiranyakashipu, fratello di Holika, grazie a lunghe pratiche e duri sacrifici, aveva ottenuto dal dio Brahma una speciale protezione, per cui non poteva essere ucciso né da uomo né da animale, né di giorno né di notte, né da arma umana né divina.
Grazie a questa protezione egli si sentiva invincibile ed iniziò a tormentare dei ed essere umani affinché rivolgessero verso di lui la loro devozione.
In particolare Hiranyakashipu cercava di ostacolare il figlio Prahlad nella sua devozione verso Vishnu, tanto che provò ripetutamente ad ucciderlo.
La sorella di Hirnyakashipu, Holika, aveva anche lei ottenuto una speciale protezione, per cui non poteva essere uccisa dal fuoco, così un giorno i due architettarono un piano per uccidere Prahlad.
L’idea era quella di farlo sedere in grembo ad Holika, quindi la demonessa si sarebbe buttata in un fuoco, rimanendo lei illesa e uccidendo il nipote.
Intuito il piano di suo padre e sua zia, Prahlad iniziò a pregare Vishnu, il quale non solo lo salvò, ma fece sì che Holika stessa venisse carbonizzata.
In ricordo di questo episodio, la sera prima di Holi, vengono accesi dei grandi falò, che rappresentano la distruzione della demonessa.
Il giorno successivo la tradizione prevede il festoso lancio di polvere ed acqua colorata, costume che deriva a sua volta da un’antica tradizione vishnuita bengalese, secondo la quale, in questo auspicioso giorno, i devoti si recavano presso i templi di Krishna e cospargevano di polvere rossa le statue della divinità.
Chiaramente esistono numerose variazioni regionali alla festa di Holi, ma tutte prevedono i falò rappresentanti Holika e il lancio di polvere ed acqua colorata.
In realtà oggigiorno si assiste a vere e proprie battaglie a colpi di palloncini, sacchetti e secchi, a cui si aggiungono moderne e insospettabilmente potenti siringone e pistolone di plastica.
Giocare Holi con parenti, amici e conoscenti può essere decisamente divertente, mentre recarsi per strada ad affrontare le mandrie di ragazzi invasati potrebbe essere quasi pericoloso.
La mattina di Holi, infatti, le città indiane si risvegliano avvolte in un’inconsueta e surreale calma: tutti i negozi sono chiusi, non ci sono bancarelle in giro e le statue dei templi sono coperte da spessi drappi.
Col procedere della mattinare le strade vengono occupate da folti gruppi di giovani, che combattono tra loro o con chiunque passi nelle loro vicinanze.
Seppure l’acqua non sia di per sé un’arma, purtroppo il gioco può diventare pericoloso per almeno due fattori.
Prima di tutto, le originali polveri colorate naturali sono state da tempo sostituite da polveri chimiche che talvolta contengono sostanze dannose, tenendo anche presente che una volta diluite nell’acqua posso facilmente raggiungere parti del corpo delicate, come gli occhi, od essere inavvertitamente ingerite.
Pericolo forse maggiore deriva però dall’eccessiva euforia che viene spesso trascesa con episodi violenti: per esempio alle donne è vivamente sconsigliato, più del solito, di uscire da sole.
All’ora di pranzo, verso le 13, un potente segnale emanato dalle stazioni di polizia decreta la fine dei festeggiamenti scriteriati ed un lento ritorno alla normalità.

Il pomeriggio viene quindi speso a levarsi di dosso il colore e alla sera, dopo aver indossato abiti nuovi, ci si dedica alle visite a parenti ed amici

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