giovedì 11 febbraio 2016

Animali domestici in India

Un aspetto caratteritico, e sorprendentemente piacevole, della vita in India è lo stretto rapporto che intercorre tra gli esseri umani e gli animali.
La convivenza in realtà è forzata e leggermente conflittuale, essendo entrambi alla ricerca di essenziale spazio vitale, ma grazie alla nota tolleranza indiana, intrisa di numerosi princípi religiosi, gli animali godono di un notevole rispetto.
Nella mitologia induista sono numerosissimi quelli venerati, a cui va aggiunto che Shiva, nella sua forma di Pashupatinath, viene considerato il protettore degli animali (pashu, animale, patinath, signore), mentre Vishnu risiede notoriamente all’interno di ogni creatura vivente, quindi anche nelle bestie.
Nelle città indiane, escluse parzialmente piccole enclavi moderne delle metropoli più grandi, sono numerosissimi gli animali, domestici ma non solo, che dividono lo spazio con gli esseri umani.
I cani sono presenti pressoché ovunque, mentre, rimanendo nella famiglia dei canidi, decisamente minore, ma pur sempre consistente, è la presenza di sciacalli (canis aureus).
Nelle città essi si limitano a frequentare, di rado, alcuni dei più grandi parchi, nota è una piccola popolazione di sciacalli all’interno del Giardino Botanico di Calcutta, ma nelle campagne risultano essere ancora numerosissimi.
La loro presenza si deduce soprattutto nei cadaveri che si incontrano alla mattina presto lungo le strade che attraversano le immense campagne indiane.
Sebbene la maggior parte degli animali investiti siano i ben più diffusi cani, la percentuale di sciacalli è notevole a causa delle loro abitudini tendenzialmente notturne.
Anche i gatti sono decisamente più rari dei cani e soprattutto sono estremamente schivi, con abitudini crepuscolari.
Ratti e topi sono abbondantissimi, i primi tendenzialmente nel sottosuolo e negli scantinati, i secondi di solito all’interno di edifici, ma chiaramente questa distinzione è molto volatile.
Soprattutto durante il periodo delle piogge monsoniche, in cui fogne e seminterrati tendono ad allagarsi, ratti e topi sono costretti a migrare verso l’alto e finiscono spesso per cercare rifugio e cibo nelle abitazioni.
In quel periodo, alla mattina si assiste ad una vera e propria processione di bambini spediti dai genitori a liberare i roditori catturati con le trappole durante la notte.
Bisogna anche stare attenti che i suddetti bambini si prendano la briga di muovere le loro giovani gambe e si allontanino almeno di qualche centinaio di metri, per liberare gli sgraditi animali in parchi o più preferibilmente in riva al fiume.
È pur vero che i roditori sono in grado di ritrovare un luogo anche a distanza di un paio di chilometri, quindi in ogni caso l’esercizio è quasi futile, ma sempre migliore, almeno “karmicamente”, che risolvere il problema uccidendo le antipatiche, ma pur sempre indifese, bestiole.
Molto comuni sono anche gli scoiattoli della specie funambulus pennantii, chiamati in inglese “scoiattoli da palma a cinque striscie”, presenti ovunque ci siano alberi, talvolta anche uno solo, decisamente gradevoli nell’aspetto e simpatici nel loro iperattivo stile di vita.
Ma ancora più belle e interessanti sono le manguste del genere herpestes, facenti parte del sottordine feliformia (felini in senso lato).
Oggigiorno stanno perdendo spazio ma sono sempre ben presenti, non solo in campagna ma anche in città, di solito nei pressi di parchi, fiumi e tutte le grandi aree verdeggianti.
La loro dieta è costituita prevalentemente da grandi insetti e piccoli rettili, soprattutto i gechi, che grazie ai numerosissimi insetti volanti, sono praticamente ovunque (personalmente facciamo fatica a ricordare di aver preso una stanza d’albergo sprovvista di almeno un gradito geco acquattato su un muro da qualche parte).
A proposito di rettili, la presenza di serpenti nelle città è piuttosto comune, specialmente nei pressi di corsi d’acqua o nel sottosuolo.
Quelli stanziali di solito non sono pericolosi e si limitano a consumare le loro prede senza dare fastidio, ma durante la stagione delle piogge, in cui le loro tane tendono ad allagarsi, sono costretti a cercare rifugio in posti poco conosciuti ed essendo spaventati possono essere pericolosi.
Un altro affascinante animale di piccole dimensioni ben presente nelle città indiane è il toporagno della specie suncus murinus.
Nonostante il nome e la vaga somiglianza con topi e ratti, escluso il caratteristico naso a punta, i toporagni non sono roditori (ordine rodentia), ma sono insettivori dell’ordine soricomorpha, del quale fanno parte anche le talpe.
Pur avendo piccoli occhi ed una vista debole, grazie ad udito e olfatto sensibilissimi, sono creature sia diurne che notturne, seppur nelle città prediligano le ore di oscurità per andare a caccia di insetti e piccoli animali, rivelandosi quindi utili per l’uomo, invece che dannosi come gli apparentemente simili roditori.
Il metabolismo dei toporagni è piuttosto rapido, per cui sono molto attivi e voraci, arrivando a mangiare, e consumare, durante una giornata, una quantità di cibo equivalente all’80-90% del loro peso corporeo.
Seppur siano difficili da avvistare, a parte chiaramente quando si intrufolano all’interno di edifici e abitazioni, la loro presenza è avvertibile dai tipici versi, una via di mezzo tra lo squittire dei topi e il sibilo dei pipistrelli.
I quali a loro volta sono numerosi nei cieli indiani con varie specie di cui almeno due comunissime nelle città.
Diffusissimo è il pipistrello indiano (pipistrellus coromandra) di piccole dimensioni, attivo appena scende il buio fino a circa mezz’ora prima dell’alba.
Il contatto con l’uomo è costante ma non conflittuale, anzi, quasi utilitaristico, visto che i pipistrelli divorano zanzare ed altri insetti volanti attirati dalle luci dei centri abitati, quindi popolano comunemente i tetti di edifici ed abitazioni; quasi tutti i forti rajasthani ne sono letteralmente invasi.
Le volpi volanti indiane (pteropus giganteus), sono grandi pippistrelli fruttivori, con abitudini diurne, che stazionano di solito su alti alberi.
Dopo aver passato la giornata a nutrirsi del succo dei frutti e a litigare rumorosamente, poco dopo il tramonto questi grandi mammiferi alati (apertura alare fin quasi al metro e mezzo) si librano in volo per raggiungere i loro nidi situati nei boschi, spesso anche molto lontano dai loro abituali siti per l’alimentazione.
Una terza specie, di dimensioni intermedie tra le due citate, si vede spesso sfrecciare di notte ma non siamo stati in grado di scoprire con sicurezza a quale specie appartenga.
Venendo a mammiferi di dimensioni ben maggiori, com’è noto le mucche sono animali sacri in India, ricevono devozione, rispetto e godono di assoluta libertà, soprattutto nelle città sacre dove sono particolarmente numerose.
Ovviamente lo stesso si può dire dei tori, nonché dei bufali, meno rispettati religiosamente ma non meno apprezzati nella vita pratica.
Le capre sono anch’esse presenti un po’ ovunque, seppur il loro allevamento in genere sia destinato alla macellazione.
Nelle aree mussulmane sono particolarmente numerose per questo scopo ma anche gli indù che le allevano di solito lo fanno per il consumo della carne (la capra maschio è il classico animale per i sacrifici), visto che l’utilizzo del latte di capra, già scarso confronto a quello dei bovini, non è molto comune.
Le pecore nelle zone urbane sono meno numerose delle capre, poiché vengono utilizzate quasi eslcusivamente per il vello, ma non è difficile incontrarne qualche gregge nelle periferie delle città o lungo le strade che attraversano le campagne.
I maiali non godono di nessun tipo di rispetto religioso e di pochissime attenzioni culinarie, quindi girano indisturbati ad arricchire la fauna domestica che popola le città indiane.
Sebbene non manchino i tentativi non violenti di liberarsi di questi scomodi “concittadini”, le discariche pubbliche e i grandi canali di acque fognarie sono sempre invasi da opulenti maiali, con scrofe che raggiungono taglie davvero ragguardevoli.
Nonostante le dimensioni, sono animali schivi ed estremamente paurosi, e a contatto ravvicinato con l’uomo tendono a scappare velocissimi, mostrando, tra l’altro, un’insospettabile agilità.
Seppur un’analisi genetica precisa sia pressoché impossibile, la maggior parte dei maiali indiani sono porcastri semi-selvatici di colore scuro con una striscia di pelo sul dorso, seppur sia possibile incontrare tutta la gamma di suini che parte dai maiali glabri rosa, fino ai cinghiali veri e propri.
Come ultimo animale domestico si possono citare polli e galline, che si vedono spesso sgambettare velocemente tra i vicoli dei centri storici e nelle zone vecchie e degradate delle città.

Inutile sottolineare l’uso che ne viene fatto.

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