domenica 14 febbraio 2016

Cibo di strada, 9 verdura, frutta e succhi

In India la verdura e la frutta vengono spesso vendute su banchetti fissi o carretti itineranti, quindi, teoricamente, ogni loro articolo possa essere consumato fresco, potrebbe rientrare nella categoria del cibo di strada.
Esistono comunque delle bancarelle specializzate che spesso, nel caso della frutta, producono anche piacevoli succhi.

Verdure fresche
Per quanto riguarda le verdure, durante la lunga stagione calda le strade indiane sono pressoché invase da venditori di apprezzatissimi cetrioli.
Tagliati per lungo in quattro strisce, vengono spennellati con del kala namak (dal nome sale nero ma di colore rosa e dal sapore solforico) e rappresentano una fonte rapida e sicura di approvvigionamento liquidi e sali che in estate evaporano costantemente attraverso il copioso sudore.
Come piccola nota cultural-culinaria, abbiamo avuto modo di appurare (e testare personalmente) che la tradizione di tagliare le estremità dei cetrioli e fregarle per togliere l’amaro è pura superstizione: i venditori indiani non hanno tempo da perdere e pur non seguendo questa pratica i loro cetrioli sono ottimi.
L’amaro oltretutto risiede principalmente nel lato dove il cetriolo era attaccato alla pianta, quindi per essere sicuri di evitarlo, basta iniziare a tagliarlo dal lato opposto.
Altrettanto apprezzati sono i cetrioli armeni, chiamati in hindi kakhri.
Lunghi, sottili e ricurvi, sono ricoperti di una buccia verde, setolosa ed edibile, e seppur esteriormente assomiglino poco ai normali cetrioli, il sapore è pressoché identico, leggermente più campestre.
Durante la stagione calda, fruttivendoli e carretti stracolmi vendono kakhri a tutto spiano, spesso consumati direttamente in loco o passeggiando.
Specialmente in inverno-primavera, nelle strade del nord dell’India, è possibile incontrare carretti che vendono delle insalatine di carote, rape, rabarbaro e cetrioli; molto colorati e accattivanti, purtroppo per la salvaguardia della propria salute andrebbero evitati da stomaci non avvezzi poiché vengono costantemente rinfrescati con acqua di dubbissima provenienza.

Frutta e Succhi
Passando alla ben più saporita e variegata frutta, bisogna premettere che, nonostante la vasta produzione, la frutta nel nord dell’India non è particolarmente saporita, ma il consumo, a causa del caldo, è molto elevato.
Le banane sono probabilmente il frutto più presente nei mercati indiani, seppur la loro qualità cambi notevolmente in base a luoghi e stagioni.
Anche la papaya matura tutto l’anno e spesso si incontrano banchetti che la propongono tagliata a cubetti e condita con kala namak e spezie.
Con le papaya si preparano anche ottimi frullati, seppur a causa del prezzo elevato non siano comunissimi.
L’ananas in India è piuttosto diffuso, economico e di buona qualità, e viene spesso servito tagliato a fettine; grazie al sapore dolce non c’è bisogno di cospargerlo con sali o spezie, ed anche i succhi sono molto buoni.
Le noci di cocco sono importanti sia dal punto di vista culinario che religioso e sono presenti pressoché ovunque.
Molto diffusi sono i banchetti che propongono la grande drupa verde intera che viene aperta ad una estremità con dei grandi coltelli ricurvi per inserirvi una cannuccia e berne l’acqua.
Quando sono particolarmente mature, dopo averne bevuto il contenuto, il venditore spacca in due la drupa per poter mangiare la polpa bianca lattiginosa (botanicamente il seme) contenuta all’interno dell’endocarpo (la parte legnosa).
Soprattutto nei pressi delle stazioni di treni e autobus, è facile incontrare ragazzi che vendono, per poche rupie, ordinati pezzi di noce di cocco, come avviene spesso sulle spiagge mediterranee.
Le arance indiane non sono saporitissime ma abbondanti, e si prestano a discreti succhi, seppur il primato per l’agrume più spremuto spetti sicuramente al mousambi, simile nelle dimensioni ma dalla buccia giallo-verdognola ed il sapore più aspro.
Il melograno è un altro frutto molto comune (pare sia infatti originario del subcontinente indiano) che viene spesso utilizzato per ottimi succhi, ricchi di vitamina C, potassio e antiossidanti.
Anche dai manghi si producono gustosi succhi, e seppur la stagione vera e propria duri pochi mesi, da Aprile a Luglio, la qualità migliore per i succhi, detta chosa, è presente sul mercato del nord dell’India per molto più tempo, grazie all’importazione dal centro e dal sud del paese.
Infine bisogna segnalare i banchetti che producono succo di canna, nell’India del nord molto comuni da Febbraio/Marzo fino a Luglio/Agosto.
Inconfondibili, si tratta di carretti spinti a mano, sui quali è posizionato un grande spremitore di metallo, azionato da un rumorosissimo motorino a benzina.
Inseriti alcuni pezzi di canna tra gli ingranaggi, lo spremitore viene messo in funzione spingendo manualmente una grande ruota.
Partito il motorino le stecche di canna da zucchero vengono fatte passare più volte per estrarne il succo che viene raccolto in un secchio, dopo essere passato attraverso un colino di plastica.

Di solito viene servito condito con una mistura di spezie e limone, per stemperare leggermente il gusto selvatico del succo.

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