sabato 6 febbraio 2016

Parabola del Guru e del discepolo indisciplinato

C’era una volta un guru che viaggiava con uno dei suoi discepoli.
Giunti in una certa città, il guru andò a riposarsi sotto un albero e mandò il discepolo ad elemosiare il pranzo.
Mentre il ragazzo gridava qua e là “Fate l’elemosina!”, fu invitato nella casa di una gentile signora che preparò del cibo e glielo servì.
Ma il discepolo disse “Non posso mangiare prima del mio guru”.
La donna rispose “Non ti preoccupare. Sto preparando anche per lui e quando avrai finito, sarà pronto per potrarglielo”.
Il ragazzo mangiò il pasto delizioso, quindi disse “Bene, ho finito. Ora, c’è qualcosa che posso fare per voi?”.
“Vi sarebbe una piccola cosa che potresti fare per me”, disse la donna.
“Ditela e sarà fatta”, annunciò il discepolo.
“Non ho un figlio da crescere ed amare. Dammi un bambino!”.
Saubhagyavati bava! Che tu abbia un figlio! Il tuo desiderio è stato esaudito”.
Dopo aver concesso questa grande grazia, il discepolo prese il pasto del guru e andò a portarglielo.
Quando arrivò, il guru gli chiese cosa avesse fatto in città.
Il ragazzo rispose “Maharaj, una gentile signora mi ha chiamato e mi ha dato del cibo. Ho mangiato lì la mia porzione e ho portato il resto a voi”.
“Va bene – disse il guru – anche se hai dimenticato che devi mangiare dopo di me, ti perdono. E poi, cos’altro è successo?”.
“La donna, dopo avermi dato da mangiare, ha chiesto una piccola grazia, che le ho concesso. Voleva un bambino”.
“Mh! Suppongo perciò che tu abbia sviluppato il siddhi (superpotere) di far avverare tutto ciò che dici. Le hai concesso questo in virtù della forza del tuo potere?”.
“No, naturalmente no, Maharaj! L’ho concesso in virtù della forza del vostro potere, così che potesse vedere quale grande guru siete”, disse il discepolo, che in realtà era interessato alla propria fama più di qualunque altra cosa.
“Bene, bene – disse il guru, che aveva compreso le intenzioni del discepolo – non mi lasci scelta. Bisogna trovare qualcuno che vada nel grembo di quella donna. Siccome tu sei il responsabile, morirai e rinascerai come suo figlio!”.

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