lunedì 15 febbraio 2016

Il fienogreco

Il fienogreco è una pianta chiamata scientificamente trigonella foenum-grecum, il cui genere trigonella prende il nome dalla forma triangolare dei semi, mentre l’epiteto specifico foenum-grecum deriva dall’uso che se ne faceva nell’antichità come foraggio per nutrire il bestiame.
Storicamente le più antiche tracce dell’utilizzo e coltivazione del fienogreco risalgono al 4000 a.C. nella regione dell’odierno Iraq; anche nell’antica città di Tel Lachish, nei territori occupati attualmente da Israele, segni dell’uso di trigonella risalgono all’era del Bronzo (intorno al 3000 a.C.); infine, sono stati trovati semi di questa pianta nella tomba di Tutankhamun, circa 1300 a.C..
Al giorno d’oggi viene coltivata principalmente in una vasta area che va dal Bangladesh fino al Marocco passando per l’Europa meridionale, ma è molto diffusa anche altrove, grazie al fatto di aver bisogno di poca acqua, e tra i maggiori produttori figura anche l’Argentina.
I suoi utilizzi sono molteplici, grazie ad alcune peculiari proprietà benefiche ed alla duttilità in cucina.
Un noto uso conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo è quello di far aumentare la produzione di latte nelle puerpere, mentre la proprietà di migliorare la tolleranza al glucosio, specialmente grazie a sostanze presenti nei semi, è da tempo usata nel controllo del diabete.
Pare anche che estratti di fienogreco siano in grado di aumentare del 25% la libido ed è riconosiuta la funzione dei semi come epatoprotettori utili nelle intossicazioni da etanolo (cioè l’abuso di bevande alcoliche).
Infine contiene sostanze che stimolano l’appetito ed è ricco di ferro, quindi viene utilizzato per patologie che richiedono queste qualità, quali, ad esempio, l’anemia.

Nei paesi sviluppati il suo consumo a scopo alimentare è piuttosto ridotto, mentre è ancora molto usata nel subcontinente indiano, come aroma o spezia e verdura, senza contare che, data la grande produzione, l’India è l’unico paese dove la pianta di fienogreco viene ancora usata come alimento per il bestiame.
Come aroma viene consumata sia fresca che secca per insaporire leggermente vari tipi di curry e pietanze.
Ad esempio secca è un ingrediente fondamentale nella preparazione dei missi roti, gustosi chapati a base di farina integrale e farina di ceci, che vengono insaporiti grazie all’aggiunta, nell’impasto, di kasoori methi, nome indiano del fienogreco secco.
Consumata fresca come verdura, la pianta di fienogreco fa parte della vastissima famiglia degli ortaggi indiani a foglia, chiamati genericamente saag.
A questa appartengono anche gli spinaci, le foglie della pianta di senape, le foglie delle rape ed altri ortaggi, ed appunto il fienogreco, che viene venduto in grossi mazzi a prezzi modici.
Seppur i rametti di fienogreco assomiglino più al prezzemolo o al coriandolo, con cimette di tre foglie ovoidali piuttosto piccole, il sapore assomiglia molto a quello degli spinaci o della bietola, risultando quindi molto versatile in cucina.
Un piatto molto diffuso, poiché saporito, semplice e salutare, è l’aloo methi, patate e fienogreco.
Una volta pulite e lavate le foglie, si sminuzzano leggermente si salano e si lasciano riposare una mezz’oretta; quindi si saltano in padella con il classico soffritto indiano (olio di semi di senape, semi di cumino, aglio, zenzero e peperoncino) e poco prima che siano pronte si aggiungono le patate bollite, magari con una spruzzatina di curcuma.

Una soluzione ancora più saporita prevede l’utilizzo, al posto delle patate, di paneer (la ricotta indiana: http://informazioniindiaenepal.blogspot.com/2016/02/paneer.html), sia sbriciolata che a cubetti.

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