venerdì 5 febbraio 2016

Akbar, Tansen e il suo maestro

Myan Tansen Pandey era il migliore tra i musicisti alla corte dell’Imperatore Akbar.
Un giorno l’Imperatore, dopo una sua esibizione, esclamò “Che musicista superbo che sei!”.
Ma fu sorpreso dalla risposta di Tansen “In confronto al mio Maestro, non sono nessuno, Rifugio del Mondo. Sì, sono un buon musicista, ma Haridas Swami, il mio Maestro, è molto più bravo di me. Io suono per i soldi, la fama e per fare piacere a Voi, Mio Protettore; Haridas suona solo per Krishna”.
Questo accese la curiosità di Akbar, grande amante dell’eccellenza, il quale quindi propose a Tansen “Dovresti chiedere al tuo Maestro di venire a corte così che io possa sentirlo suonare”.
Tansen rispose “Non verrà mai, Sua Maestà. Non è interessato ai lussi del mondo. Ma se Voi venite con me di nascosto, forse potreste riuscire a sentirlo suonare”.
Così Akbar, in incognito, si recò con Tansen ad ascoltare Haridas Swami che pregava Krishna con le sue canzoni.
Durante la performance, Akbar fu talmente estasiato che si dimenticò di essere lì di nascosto e urlò “Subanullah!”, un modo di dire mussulmano per “meraviglioso, meraviglia di Dio”.
Haridas immediatamente capì che c’era un mussulmano tra il pubblico e chiese a Tansen chi fosse.
Tansen rispose “È l’Imperatore ed è molto soddisfatto della Vostra musica”.
Haridas disse “Può anche essere ma io non suono per gli imperatori”.
Per mostrare la propria umiltà, Akbar offrì ad Haridas Swami una fiala di prezioso profumo proveniente dalla Persia. Haridas lo prese e lo versò sul terreno di fronte a lui.
Akbar rimase senza fiato e rimproverò gentilmente il musicista “Se non lo volevi usare tu, avresti potuto offrirlo a Krishna”.
Haridas rispose “Vai a vedere!”.
Akbar fu quindi diretto al vicino tempio di Krishna e scoprì che la statua emanava la stessa fragranza che aveva appena versata per terra. E capì, un poco, che tipo di devoto era Haridas Swami.

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