lunedì 8 febbraio 2016

Il Dio scimmia Hanuman

Il Dio scimmia Hanuman è sicuramente una delle divinità più amate del pantheon indù.
Grazie alle sue principali caratteristiche (forza, intelligenza, altruismo, umiltà, disciplina e devozione), Egli è infatti venerato all’interno delle 5 tradizioni filosofiche dell’induismo: vishnuita, shivaita, shakta, tantra e vedanta, ai quali si possono aggiungere anche relazioni con altre tradizioni religiose come quella indù-buddista del sud-est asiatico.

Per i seguaci di Vishnu, Hanuman rappresenta il più grande devoto del loro Dio, nella sua avatar (incarnazione) numero 7, Rama.
Come descritto ampiamente nel noto poema epico Ramayana, il solo scopo nella vita di Hanuman è infatti servire Rama-Vishnu nel ristablire il dharma (la Legge Morale) sulla terra.

Nella tradizione shivaita, Hanuman viene considerato un’incarnazione di Shiva stesso, come si può intuire dalle sue tendenze ascetiche e l’essere completamente disinteressato a fama e ricchezze.
Questo è anche un chiaro esempio dell’inseparabilità e complementarietà tra Vishnu e Shiva, nel loro aspetto di Conservazione e Distruzione: dove vi è l’uno vi deve essere anche l’altro, e quando Vishnu scese sulla terra sotto forma di Rama, Shiva decise di seguirlo ed aiutarlo sotto forma di Hanuman.

Per i seguaci dello shaktismo, cioè devoti a divinità femminili come Durga e Kali, Hanuman viene considerato un Loro protettore e, insieme a Bhairav (un aspetto terrifico di Shiva), viene spesso raffigurato come guardiano all’ingresso dei templi di dee femminili.
Questo grazie a numerosi fattori: primo, Hanuman ha sempre trattato ogni donna come una madre; secondo, per non aver mai guardato una donna con idee lussuriose (tanto che nella tradizione shakta viene considerato il custode della castità delle donne); infine, uccise lo stregone Mahiravana ed offrì il suo sangue a Kali.

Nella tradizione tantrica Hanumam viene adorato nella sua forma con 5 teste (scimmia, uomo, cinghiale, leone e cavallo, ma talvolta compaiono anche uccello ed elefante) e viene considerato il più completo dei tantrici per aver ottenuto i siddhi, i superpoteri, dei quali si serve spesso per aiutare Rama durante le lunghe e faticose vicende del Ramayana.

Secondo la filosofia vedanta, il mondo è un’illusione (maya) causata dall’ignoranza dell’ego, che può essere eliminata solo grazie alla devozione (bhakti), che aiuta l’anima individuale (jiva-atma) a unirsi con l’anima universale (param-atma).
Seguendo il vedanta, il Ramayana non è altro che una metafora di questo processo, con Hanuman che rappresenta la devozione (bhakti) che unisce Sita (l’anima individuale, jiva-atma) con Rama (l’anima universale, param-atma).

Nella vita di tutti i giorni e per i comuni devoti, Hanuman viene invece adorato per le sue qualità esteriori più evidenti che ne fanno il protettore di numerose arti e professioni.
La sua caratteristica principale, dalla quale deriva anche uno dei suoi più noti appellativi, Sankat Mochan, è quella di rimuovere i problemi, che è praticamente l’attività principale di Hanuman nei confronti di Rama.
I vari demoni che egli incontra e sconfigge nel Ramayana rappresentano i problemi della vita quotidiana e per questo i devoti cercano la Sua protezione.
L’appellativo Sankat Mochan, Colui che rimuove i problemi, viene attribuito anche a Ganesha (il dio dalla testa di elefante), il quale però viene invocato più propriamente per evitare che i problemi si verifichino, ma se dovessero verificare, allora ci si rivolge ad Hanuman.

Altra importante caratteristica di Hanuman è la sua forza prodigiosa, grazie alla quale viene considerato il patrono della cultura fisica e quindi degli atleti, tanto che alcuni suoi templi possiedono un’area riservata all’attività fisica, soprattutto la lotta.
Uno strumento sempre presente in queste rudimentali palestre è la clava di Hanuman, composta da un lungo e robusto bastone, sulla cima della quale vi è incastrata una grossa e pesante pietra.
L’allenamento consiste nel farla roteare sopra alla testa, tenendola con le due mani, facendo dei precisi movimenti utili non solo a rafforzare la muscolatura, ma anche le giunture di polsi, gomiti e spalle.

Nell’astrologia la figura di Hanuman viene invece venerata per la sua capacità di controllare i nove corpi celesti: Sole, Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere, Saturno, Rahu e Ketu (questi ultimi preposti alle eclissi).
Senza contare che quando era ancora un ragazzino irrequieto, chiese ed ottenne al dio Surya (il sole) di diventare il suo guru, in quanto lui vedeva tutto.
Un noto evento del Ramayana esemplifica perfettamente la capacità di Hanuman di controllare gli astri: durante la battaglia finale contro il demone Ravana sull’isola di Lanka, Lakshman, il fratello di Rama, venne ferito da una freccia velenosa e per salvarlo l’unico rimedio era utilizzare l’erba sanjivani che cresce sui monti himalayani.
Senza perdere tempo Hanuman volò sull’Himalaya, ma una volta là si dimenticò quale fosse l’erba prescritta, così decise di prendere l’intera montagna.
Questo però non era sufficiente, poiché un altro importante requisito era che l’erba dovesse essere somministrata dopo il calar del Sole e prima del sorgere della Luna.
Per risolvere la questione, il prode Hanuman salì in cielo, mise la Luna nella sua bocca, il Sole sotta ad un braccio e ritornò a Lanka giusto in tempo per salvare la vita di Lakshman.
Per questo episodio, Egli viene anche associato alla medicina e all’ayurveda.

Notevoli sono anche le sue qualità di serio studente e quindi di studioso, che ne fanno una figura molto cara agli accademici.

Dopo la morte di Rama, infine, si ritirò sull’Himalaya a comporre musica e cantare il nome di Rama, accompagnandosi con la veena (un grande strumento a corde simile al più noto sitar), e pare sia stato il primo devoto a cantare bhajan e kirtans, canzoni devozionali tipiche della tradizione indiana.
La forza delle sue composizioni risiede nel fatto che esse non furono prodotte dall’ego, bensì dalla profonda devozione di Hanuman per il dio Rama, e per questo viene adorato dai numerosi compositori, suonatori e cantanti di musiche devozionali.

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