domenica 14 febbraio 2016

Cibo di strada, 10 bevande

La bevanda nazionale indiana è il tè, chiamato comunemente chai.
In particolare, la preparazione più diffusa consiste in un decotto di foglie di tè nero, acqua, latte, zucchero, zenzero e cardamomo.
I venditori di tè, chiamati chai walla, sono presenti pressoché ad ogni angolo di strada, con i loro pentolini fumanti ed i coppini di terracotta (o purtroppo anche bicchierini di plastica) ordinatamente impilati.
La qualità può variare notevolmente in base al latte, alla mistura di spezie ed alla quantità di zucchero; in genere è piuttosto gustoso anche se con uno consumo eccessivo (ad esempio come unico passatempo durante gli interminabili spostamenti in treno) può diventare stucchevole.
Una versione alternativa alquanto gradita è costituita dal nibu chai, cioè tè nero al limone, che viene spesso proposto da venditori ambulanti privi di qualsivoglia banchetto, ma muniti semplicemente di una grande teiera e un secchio dove sistemare limoni, spremitore e bicchierini di plastica.
Anche il caffè in India è piuttosto popolare e come il tè prevede l’utilizzo di latte, anche perché viene di solito preparato con poco gustose soluzioni in polvere.
Molto diffuso sui treni, anche alcuni chai walla di strada propongono il caffè vista la semplicissima preparazione.

Bevanda tipica indiana universalmente apprezzata è il lassi, che si prepara frullando yoghurt ed acqua.
A questi possono essere aggiunti zucchero oppure sale, nonché frutta, in particolare la banana.
Il consumo di lassi è molto elevato non solo per il piacevole sapore, ma anche come semplice e naturale rimedio per malesseri gastro-intestinali; purtroppo però d’estate il lassi di strada viene spesso preparato aggiungendo ghiaccio, che rende sì la bevanda più fresca ma a causa della sempre misteriosa e poco sicura origine dell’acqua con cui viene prodotto, bisognerebbe cercare di evitarlo.
Nella maggior parte dei casi i venditori di lassi trovano posto in minuscoli negozi provvisti di panchine di legno posizionate nei pressi, mentre sono abbastanza rari i banchetti itineranti.

Sempre d’estate, molto popolare è il sharbat, una bevanda di origine persiana a base di colorati sciroppi alla frutta, limone ed arancio i più popolari.
Diluiti con acqua, zucchero, sale e ghiaccio, risultano essere molto saporiti seppur, a causa dei già citati problemi con acqua e ghiaccio, il loro consumo da parte di stomaci stranieri sarebbe “off limits”.

Leggermente più sicuri sono i banchetti che vendono soda al limone.
La soda viene preparata artigianalmente con un sistema molto antiquato, utilizzando delle particolari bottiglie munite di una pallina che grazie alla pressione gassosa si incastrano sul collo e fungono da tappo.
Per stapparle i venditori assestano un paio di colpi con la punta di un bacchetto per far scendere la pallina all’interno della bottiglia e liberarne il contenuto; seppur i macchinari siano alquanto rudimentali, vengono considerate igienicamente sicure, quindi si suppone che l’acqua utilizzata sia potabile e piuttosto affidabile (non si può neppure escludere che alcuni dei processi ai quali viene sottoposta l’acqua per trasformarla in soda possano avere delle funzioni purificatrici).
Chiaramente la soda può essere bevuta liscia, ma è molto più saporita e dissetante spremendovi il succo di mezza limetta (i noti lime, nome inglese).
Nel bicchiere, prima di spremervi il lime e versarvi la soda, i venditori aggiungono un cucchiaino di sale o di zucchero, quindi se la si preferisce liscia bisogna avvisare in anticipo.

Accanto a queste bevande tradizionali, bisogna infine segnalare la massiccia presenza sul mercato indiano di Coca-Cola, Pepsi-Cola, Sprite, Fanta e le loro versioni indiane, Thumbs-Up, Mountain View e Limca.
In generale sono tutte molto zuccherose (e causa della diffusa obesità infantile tra coloro che se le possono permettere economicamente) ma a causa del clima spesso torrido vengono consumate in quantità copiosa.

Altrettanto diffusi, apprezzatti ed economici sono i succhi di mango venduti con varie marche sia in bottiglia, di plastica che di vetro, che in pratici pacchetti in tetrapak.

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