sabato 6 febbraio 2016

Questione hindi-urdu

Uno degli argomenti più interessanti e complessi della linguistica moderna è la distizione tra le due lingue parlate in Pakistan e in India, l’urdu e l’hindi.
Entrambe derivano dall’hindustani, la lingua che si sviluppò nel sub-continente indiano durante l’occupazione mussulmana, come una via di mezzo tra le lingue d’origine araba degli invasori e quelle indoariane locali.
Sebbene sia l’urdu che l’hindi moderne siano a tutti gli effetti lingue a sé stanti, in rapporto all’hindustani esse rappresentano invece due differenti registri linguistici: il primo influenzato dalla cultura araba-mussulmana, il secondo da quella sanscrita-induista.
La più evidente differenza tra questi due registri linguistici è la scrittura, in quanto l’urdu utilizza l’elegantissimo alfabeto persiano nastaleeq, mentre l’hindi usa l’alfabeto indiano devanagari.
Per quanto riguarda invece la sintassi e la grammatica, le due lingue sono esattamente identiche e le uniche differenze sono nella terminologia.
L’urdu, influenzata dalla cultura islamica, ha assimilato un gran numero di vocaboli da altre lingue tipiche mussulmane quali il persiano, l’arabo e il turco, mentre al contrario l’hindi, legata alle tradizioni induiste, attinge maggiormente dal sanscrito nonché da dialetti locali.
Il risultato è che grazie a questo ed alla loro notevole interscambiabilità, entrambe le lingue risultano essere estremamente ricche di vocaboli, espressioni e modi di dire.
Ad esempio, una delle caratteristiche peculiari dell’hindi (che crea non pochi grattacapi agli stranieri che la studiano) è la massiccia presenza di sinonimi e non è un’esagerazione affermare che ogni termine hindi possiede almeno 3 forme, dal significato identico: quella araba, quella sanscrita e quella locale.
Sebbene questo possa creare qualche problema di comprensione, bisogna notare come al contrario sia positivo per i compositori, soprattutto di poesie e canzoni, i quali, supponendo abbiano un’estesa e imparziale cultura, hanno a disposizione numerose alternative per far quadrare versi e rime.
E infatti sia l’urdu che l’hindi possiedono delle vaste letterature, seppur fino a tempi recenti, la distinzione tra le due lingue fosse minima.
Indubbiamente la storica partizione dell’India Britannica in due stati, secondo le preferenze religiose, ha dato un notevole impulso alla differenziazione dell’hindustani in urdu e hindi, seppur un pakistano e un indiano, almeno dal punto di vista linguistico, ancora oggi si possono capire perfettamente.
Un ottimo esempio di quanto l’urdu e l’hindi possano essere simili lo si può notare ampiamente nella produzione cinematografica indiana di Bollywood, dove, per attirare allo stesso modo gli appassionati mussulmani e induisti di Pakistan e India, viene utilizzata una lingua neutra (una specie di ritorno all’hindustani), né troppo arabizzante, né troppo sanscritizzante.

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