venerdì 19 febbraio 2016

Jaisinghrao e il suo guru Mungshahji

Jaisinghrao era un nobiluomo indù che aveva come guru un fachiro mussulmano chiamato Mungshahji.
Egli era un maestro molto particolare: quando qualcuno andava a visitarlo, lui gli tirava i suoi escrementi, o se sapeva che erano vegetariani, gli tirava delle ossa di pollo, così, solo per vedere quanto avrebbero resistito prima di arrabbiarsi.
Mungshahji viveva in casa di Jaisinghrao e quando era dell’umore urinava sui muri, dava fuoco alle tende, rompeva cose.
Insomma, faceva quello che voleva, ma Jaisinghrao non obiettò mai e non disse mai nulla.
Egli era così devoto al suo guru che addirittura celebrava cerimonie agli escrementi del suo maestro.
Un giorno Jaisinghrao, a causa di alcuni investimenti andati male, era in pericolo di perdere tutte le sue terre.
Non ne parlò con nessuno, ma mentre stava porgendo i suoi servizi a Mungshahji, la sua mente per un attimo fu distratta dalle sue difficoltà economiche e una lacrima cadde lungo la sua guancia.
Quando Mungshahji se ne accorse disse “Figlio mio, quando tu ti prendi così tanta cura di me senza chiedermi il più piccolo favore, pensi che io possa sopportare di vedere anche una sola lacrima solcare il tuo viso? Qual è il problema?”.
Quando Jaisinghrao gl spiegò la questione Mungshahji esclamò “Non ti preoccupare! Non solo non perderai le tue terre ma farò in modo che tu diventi milionario!”.
Jaisinghrao riuscì infatti a tenere le sue terre e quando le vendette un pezzo per volta guadagnò effettivamente un milione di rupie.
Poco tempo dopo, gli abitanti del paese vicino presentarono una petizione in tribunale per obbligare Mungshahji a rimanere con loro e Jaisinghrao, a sua volta, presentò una contro-petizione affinché gli fosse affidata la custodia del suo guru.
Il Giudice era perplesso sul da farsi e decise di chiedere al fachiro stesso dove volesse stare.
Mungshahji disse “Non lascerò mai Jaisinghrao perché non mi chiede mai niente!”.

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